30/11/11

Passage: una rivoluzione al voto




Leggi il report completo sulle elezioni dell'Assemblea Costituente tunisina pubblicato per Osservatorio processi politici nei paesi arabi.

Tunisia: una rivoluzione al voto


La Tunisia vive oggi una tappa fondamentale nel suo lento e cammino verso il cambiamento politico. Un percorso in divenire che è in continuo aggiornamento con cambiamenti continui e ritmi frenetici …. per quanto si parli pur sempre di un paese mediterraneo! Proveremo quindi a scrivere di getto alcune riflessioni che possono servire come spunti di discussione e rimandiamo a dopo un’analisi più complessiva di queste giornate.
L’organizzazione delle elezioni è stata presa in mano da un organismo ad hoc appositamente creato: l’ISIE (Instance Supérieure Indépendante pour les Elections), presieduto da Kamel Yendubi, famoso militante per i diritti umani in esilio per diversi anni sotto il regime di Ben Ali. In questi mesi è riuscito ad imporre standard avanzati che garantissero trasparenza, partecipazione e rappresentanza delle varie istanze emerse durante il tumultuoso periodo della rivoluzione. Nelle 27 circoscrizioni sono iscritte in tutto 1517 liste, di cui 655 liste indipendenti, 828 partitiche e 34 di coalizione. Anche all'estero sono presenti 145 liste di cui 72 indipendenti, 66 di partito e 7 di coalizione. In tutto 1618 candidati in Tunisia e 474 all'estero per soli 217 seggi. L’ISIE ha anche imposto radicali cambiamenti nell’impostazione delle circoscrizioni amministrative, concedendo una sovrarappresentazione alle province del sud - da dove partì la rivoluzione - e rigide regole per scongiurare il rischio che ex rappresentanti dell’RCD (il partito di Ben Ali) potessero ripresentarsi. Nonostante queste importanti riforme che fanno ben sperare, un giudizio complessivo sulla loro efficacia si potrà dare solo a giochi fatti. Per il momento è importante sottolineare un’evidente spinta verso una Costituente estremamente variegata che sicuramente renderà difficile la formazione del prossimo Governo provvisorio e faciliterà piuttosto la presa di accordi sottobanco per la lottizzazione delle cariche nominate dall’esecutivo.
Grande favorito è sicuramente il partito Al-Nhada, di ispirazione islamista, che ha sempre svolto le sue attività in clandestinità. Questo fattore ha permesso al partito di presentarsi come un soggetto nuovo e non compromesso con il passato regime, ed ha spinto molti cittadini ad interpretarlo come un segno di discontinuità e rottura con il passato. Inoltre è stata una delle anime principali della rivoluzione in grado di esprimere radicalità nella conquista delle strade, propositività nei momenti di partecipazione e tenacia nel non concedere compromessi nel difficile passaggio fra la kasba 1 e la kasba 2.  Si presenta con posizioni moderate, accetta il gioco democratico e il liberalismo economico e non punta ad una islamizzazione della società. Questa sua iniziale prudenza ha conquistato gran parte dei tunisini ma quello che potrà essere in futuro dipende molto dalla capacità della comunità internazionale di saper integrare non tanto un partito ma le aspirazioni di un popolo in cerca di libertà. Non vogliamo certo fare l’apologia di un partito di ispirazione religiosa (figuriamoci se possiamo inneggiare ad una neo Democrazia Cristiana in salsa islamica) quanto piuttosto ci sembra doveroso cercare di smontare luoghi comuni amplificati dalla stampa occidentale che strumentalmente facilitano l’interferenza esterna in uno stato sovrano. Al di là dei giochi di partito più o meno strutturati e di quella che sarà una rappresentanza di per se destinata a fallire nel raccogliere le ambizioni e le aspirazioni di un popolo, oggi in Tunisia si respira un aria di grande speranza e partecipazione. Coloro i quali pensavano che la spinta propositiva della rivoluzione dei gelsomini si fosse ormai esaurita dovranno ricredersi di fronte alle file davanti ai seggi, agli uomini e alle donne che ci incontrano per strada ed orgogliosamente ci fanno vedere le dita ancora fresche di inchiostro o i caroselli di macchine che trionfalmente suonano il clacson e sventolano la bandiera tunisina. Oggi la Tunisia è in festa al di la di chi potrà vincere queste elezioni e di quella che sarà la composizione della futura Costituente, oggi si festeggia la conquista della libertà, il diritto di poter andare a votare e di poter esprimere le proprie idee con passione e forza, non più sottovoce con la paura di essere arrestati e torturati. Jamais plus peur dunque anche se la strada è ancora lunga. Rimangono ancora importanti questioni da risolvere, prima fra tutte l’impunità verso coloro che sono stati i diretti responsabili di incredibili atrocità durante gli anni di Ben Ali fino all’ultimo giorno del suo regime, anche quando ormai tutto era finito.
In questo momento ci preme sottolineare la battaglia degli attivisti di Nawaat (una fra le anime principali del movimento indipendente di contestazione ben prima della rivoluzione) che insieme ai feriti e ai familiari delle vittime sono impegnati in uno sciopero della fame, ignorato dai media e da tutte le forze politiche, per vedersi corrisposte indennità e risarcimenti per le spese sanitarie. Ancora non si hanno cifre ufficiali sui “martiri” della rivoluzione e già questo sembra incredibile per un paese che vuole fare chiarezza sui crimini del passato. Una prima stima parla di 248 vittime dichiarate e almeno 366 feriti gravi che attendono ancora giustizia e aspettano di vedere finalmente i propri aguzzini pagare per i crimini commessi.

Associazione Ya Basta! Perugia

Il “Marocco del 20 febbraio”: una cronaca sconosciuta


(Pubblicato il 23-03-2011) - Rabat - Come annunciato dal Movimento 20 febbraio attraverso Facebook ed internet in generale, domenica scorsa si sono svolte manifestazioni  in tutto il territorio marocchino. Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno, le dimostrazioni “per la democrazia e la dignità” hanno coinvolto trentacinque città per un totale di circa 75 mila partecipanti. Sempre secondo il Ministero, al termine della giornata si sono registrati cinque morti, centoventotto feriti e centoventi persone in  stato di fermo. Diverse sono le stime degli organizzatori, che parlano di cinquantatre centri abitati toccati dall’iniziativa e di circa 300 mila aderenti. Nessuna ipotesi è stata avanzata in merito ai contusi e ai manifestanti finiti in arresto. In ogni caso al momento non è possibile disporre di cifre esatte, anche perché non c’è stata copertura mediatica degli eventi prodottisi nelle regioni interne del paese, dove la protesta ha coinvolto interi villaggi ed ha assunto toni più duri. Una protesta proseguita il giorno seguente, tra rivolte popolari, repressione violenta da parte delle autorità e tentativi di suicidio, che non sembra destinata ad arrestarsi nell’immediato.
Domenica 20 febbraio
Fin dalle prime ore del mattino di domenica 20 febbraio alcune migliaia di manifestanti si sono radunate nei pressi di Bab Lhed, la zona centrale della capitale, rispondendo all’appello lanciato dai giovani del Movimento e sostenuto da diverse organizzazioni della società civile. Nel pomeriggio, circa 10 mila persone hanno sfilato pacificamente lungo l’avenue Mohammed V fino a raggiungere la sede del parlamento. Nonostante la numerosa presenza delle forze di polizia, sia in uniforme che in borghese, non si sono registrati scontri o episodi di violenza. Lo stesso scenario si è ripetuto a Casablanca, dove circa 5 mila persone si sono date appuntamento in piazza Mohammed V e poi si sono mosse nelle vie adiacenti, sotto lo sguardo vigile degli uomini della Sureté nationale. “Il popolo vuole il cambiamento”, lo slogan scandito da una folla composta essenzialmente di ragazzi e famiglie. I cartelli esposti dai manifestanti invocano riforme democratiche e la modifica immediata della costituzione, come proposto dalla piattaforma del Movimento. Ben diversa la situazione vissuta nel resto del territorio, dove non erano presenti i corrispondenti dei media internazionali. Dalla punta nord del paese fino a Laayoune (capoluogo del Sahara occidentale), decine di dimostrazioni sono state represse con violenza dalla polizia ed hanno assunto i toni della rivolta già conosciuti nella precedente esperienza tunisina. A Tangeri, dove si erano già avuti scontri nei giorni precedenti all’appuntamento del 20 febbraio (un commissariato è bruciato nella notte tra venerdì e sabato), le forze dell’ordine hanno preso di mira i manifestanti (come mostra il video) che in serata hanno rivolto la loro rabbia contro le sedi degli istituti bancari (Wafa Cash, di proprietà della famiglia reale) e della società di telecomunicazioni Maroc Telecom. Una decina di membri dell’associazione Attac Tanger, fra le più attive nell’organizzazione della protesta, sono tuttora in stato di arresto. Il bilancio più grave ad Al Hoceima, città di riferimento della regione settentrionale del Rif. Cinque i morti accertati, carbonizzati all’interno di una banca data alle fiamme. Lungo le strade la protesta si è subito radicalizzata, scagliandosi contro i simboli di un potere locale, noto nella zona per la sua corruzione. A bruciare è stata anche la sede del municipio, oltre alle auto della polizia accerchiate dai manifestanti. “Dategliene ancora, così non basta”, è il grido di rabbia che incita la rivolta, come documentano i video diffusi su YouTube. Le forze di sicurezza hanno atteso rinforzi (giunti in serata) per avviare la repressione. Non si conosce ancora il numero dei feriti e dei manifestanti finiti in manette. Le dimostrazioni non hanno riguardato soltanto il porto mediterraneo, ma si sono estese a tutto il Rif, una regione che soffre da decenni l’isolamento economico e politico, dove la realtà sociale (disoccupazione, assenza di sviluppo, emigrazione) è una delle più critiche del Marocco. Nella giornata del 20 febbraio si sono registrati scontri violenti anche nelle città di Sefrou, Larache, Guelmin e Laayoune, dove lo scorso novembre l’esercito marocchino aveva raso al suolo il campo di Gdeim Izek (allestito dagli abitanti della città per reclamare diritti e giustizia sociale), lasciandosi alle spalle almeno dieci morti. A Marrakech la polizia ha represso a colpi di manganello e di gas lacrimogeno le proteste esplose non solo nel centro della città ma anche nei quartieri popolari della periferia. “Ecco i diritti umani di cui si parla tanto in televisione” è il commento di una donna che riprende con il suo telefonino il pestaggio brutale di un manifestante a terra eseguito da un gruppo di agenti anti-sommossa.
Lunedì 21 febbraio
Se nella giornata di domenica 20 febbraio l’immagine veicolata dai media nazionali e internazionali, concentrati nelle città di Rabat e Casablanca, è stata quella di una monarchia capace di garantire il diritto di espressione (fornendo un quadro alterato della realtà), gli eventi prodottisi nel lunedì successivo smentiscono gli sforzi fatti dal regime. Spenti i riflettori sul paese, le manifestazioni sono andate avanti in tutto il territorio e la polizia non ha esitato ad usare la violenza per soffocarle. E’ ancora il Rif ad essere protagonista delle rivolte. Nel villaggio di Imzouren, a pochi kilometri da Al Hoceima, blogger locali riferiscono di almeno due morti registrati durante gli scontri. La repressione delle autorità, secondo le stesse fonti, avrebbe colpito duramente anche la vicina Ait Bouaych, oltre ai centri di Chefchouen e Oujda. Nelle città di Fes e Meknes gli studenti non sono rientrati in aula e sono scesi in strada per protestare contro la reazione violenta del regime abbattutasi nella regione il giorno precedente. Agli universitari della “città santa” si sono uniti gli abitanti dei quartieri sorti attorno ai campus, ma la polizia ha disperso i manifestanti sparando proiettili di gomma e gas lacrimogeno e costringendo gli studenti a barricarsi nelle loro residenze.
In serata la violenza delle forze dell’ordine ha raggiunto anche Rabat. A Bab Lhed, un sit-in di circa cinquanta persone indetto dall’Associazione marocchina per i diritti umani (AMDH) in solidarietà con il popolo libico è stato sgomberato a colpi di manganello. La presidente dell’AMDH, Khadiya Ryadi, è finita in ospedale in seguito ai numerosi colpi ricevuti su tutte le parti del corpo. Tra i feriti anche il caricaturista Khalid Gueddar. A riproporre i sintomi di uno scenario alla “tunisina” (pur con le dovute differenze del caso), oltre al propagarsi delle sommosse popolari in villaggi remoti (un fenomeno già presente in Marocco negli ultimi anni, come dimostrano gli esempi di Sidi Ifni, Taghjijt, Boulmane Dades, Tilmi e Sefrou), è doveroso ascrivere i tre tentativi di suicidio registrati nelle stessa giornata di lunedì 21. Una donna si è data fuoco di fronte al municipio di Souk Sebt (nella regione di Sidi Kacem) dopo essere stata cacciata dalla sua baracca nella bidonville della città.
La bidonville verrà distrutta, come deciso dal piano governativo che non prevede una soluzione di reintegro abitativo per gli sfollati. A Ben Guerir un militare si è immolato cospargendosi di benzina in seguito al licenziamento. Con la stessa modalità, Hocine Saeyieh ha cercato di togliersi la vita di fronte alla sede della provincia di Tan Tan, dopo che le autorità si erano rifiutate di farlo entrare all’interno del palazzo. P.S.: ci scusiamo per non aver potuto seguire gli eventi in maniera più precisa e dettagliata, sia per la vastità del fenomeno sia perché siamo stati arrestati nella notte tra il 19 e il 20 febbraio dalla polizia di Casablanca. Trattenuti senza alcuna spiegazione in commissariato fino alle 9 del mattino, tra interrogatori sfiancanti, intimidazioni e minacce di espulsione, siamo stati rilasciati senza accuse, ma continuiamo a rimanere sotto stretta sorveglianza 24h/24h e vediamo fortemente limitata la nostra libertà di movimento.

Di Riccardo Fanò e Jacopo Granci

13/09/11

Wasman - Waste Management Policy as Tools for Corporate Governance



Mission
     
  • To establish a local waste management model for the Mediterranean region.
  • To develop a more efficient and cost-effective waste management for solid waste collection, treatment and disposal in small cities and less populated areas.
  • To improve territorial multilevel governance system on waste management, involving public and private institutions.
  • To incorporate good practices into the waste management system.
  • To improve awareness of clean environment and healthy security.
  • To contribute to the implementation of Community policy and legislation on waste.

Results
  • Identification of good practices.
  • Launch of new recycling methods through pilot actions.
  • Raise of awareness (knowledge, methods, participation process, local pilot actions and innovative technology for and environmentally friendly solid waste management). A consumer’s handbook will be issued.
  • Encourage decision-makers to reform non-sustainable waste management practices. 

In collaboration with Dirty Works

Wasman website

03/06/11

Palestinian Heritage web2.0 - Intercultural exploration of creative and innovative approaches to the documentation, diffusion and promotion of Palestinian cultural heritage and arts

Overall objective:
Safeguard, valorize and promote Palestinian tangible and intangible cultural heritage in creative and innovative ways, through inter-cultural and intergenerational cooperation and exchange and through the use of IT and multimedia

Specific objectives:
1: Enhance young generations awareness and knowledge of Palestinian tangible and intangible cultural heritage, building capacity for its safeguard and valorization through intercultural exchange and through the use of multimedia
2: Explore, experiment and diffuse creative and innovative approaches and methods for researching, exhibiting and valorizing Palestinian cultural heritage through the use of multimedia IT and the exchange between Palestinian and Euro Mediterranean actors
3. Enhance and promote the diffusion and visibility of the Palestinian tangible and intangible cultural heritage at the local and international level, through the use of web2.0 technology and through a network of local and international partners of the Euro Mediterranean area


Estimated results:
1. Increased capacity of beneficiaries in best practices and innovative methods of cultural heritage protection, valorization and promotion through the use of multimedia and intercultural exchange
2. Contribution to the protection of Palestinian cultural heritage through Realization of data bases and of the virtual expo of the Arqoub area cultural heritage, to be hosted as permanent exhibition of the Battir Ecomuseum Archive of Cultural Landscape Heritage
3.Realization of a web portal of Palestinian cultural heritage for its promotion locally and internationally through the network of local and Euro-Mediterranean partners
3. Establishment of a platform for the networking and cooperation of Palestinian and Euro-Mediterranean institutions and agencies working for the protection and promotion of cultural heritage. 
4. Enhancement of the visibility of the Euro Mediterranean- Palestinian cooperation through the valorization and expansion of existing networks and initiatives and the establishment of new cooperative relations


Battir Landscape Ecomuseum



Coming soon....

12/03/11

En aigües Mediterrànies … parlem en Mediterrani!!

Tots els dissabtes de 10:00 a 12:00 a Som Radio

La idea inspiradora del programa de ràdio “ En aigües Mediterrànies” és la de contribuir a la creació d’una idea unitària d’un espai comú de la mediterrània a través  de la seva cultura, la seva historia i podent informar de tot el que passa a tot el territori.
En els últims anys,  la àrea Mediterrània ha entrat en un debat social i polític per la seva transcendència geoestràtegica com a frontera de dos móns totalment diferents. A més a més ha entrat també a l’agenda política fent us de la expressió “ Euromediterrani” per indicar les relacions entre la Unió Europea y els altres països de la ribera sud com a dos actors polítics definits amb la lògica Nord-Sud. Encara que si mirem el passat, ens mostra que durant molts segles hem estat civilitzacions, pobles i cultures que seguíem una trajectòria comú.
El programa de ràdio que us presentem a continuació no pretén ser una altra cosa que donar una visió diferent de l’àrea Mediterrània, entenent-lo com espai comú unitari, vehicle de comunicació i intercanvi,  bressol de diferents destins, una imatge que és contraposa a la d’una idea de frontera de prejudicis i de divisions. 
“En Aigües Mediterrànies” neix amb l’objectiu de sensibilitzar la opinió pública catalana en la recuperació d’una identitat Mediterrània, fomentada i valoritzada amb dinàmiques històrico-culturals que amb el pas dels anys han produït  sincretismes i mútues integracions.
En el programa tractarem qualsevol tema relacionat amb l’espai cultural i històric mediterrani, no només amb la voluntat d’informar sobre la regió sinó també amb les ganes d’implicar-nos amb aquesta regió de la qual en formem part i amb la intenció de promoure el seu coneixement i la identitat mediterrània, per què res del que passi a la seva gent ens ha de ser indiferent.


Informatiu setmanal 25’ (Ariadna)
L’objectiu d’aquesta secció és de garantir la informació de tot el territori que comprèn el mediterrani. De tot el que succeeix tant a nivell polític com econòmic com social. Com també de tot allò que transcorre d’una banda amb un altra i que no se’n parla mai ja que trenca amb l’estatus quo de censura informativa que pateixen els mitjans de comunicació actuals catalans. Pretenem ser una eina de contrainformació.





Història 25’(Riccardo)
Aquesta secció del programa és titularà “Perspectives” i té com a objectiu contribuir a la construcció de la “idea mediterrània”,  treballant amb unes temàtiques transversals actuals elaborades en clau històrica. El marc teòric de referència és troba en el ram de la sociologia històrica que analitza com les societats s’han desenvolupat a través de la història. En definitiva la sociologia històrica concerneix les dinàmiques socials (el conflicte entre classes socials i el xo de sistemes polítics i econòmics) per explicar-nos com han sigut construïdes les institucions de govern i la gestió del poder. L’objectiu és estudiar el passat  a la llum del present, explicant  els paràmetres científics-socials que donen existència de la uniformitat de la història humana del Mediterrani.



•. Cultura 25’ (Pascale)
Aquest apartat està dividida en dos parts; la primera (15’) que té l’objectiu de aprofundir sobre  un tema concret dins un gènere d’art (cinema, teatre, circ, música...) o un comentari i recomanació d’una lectura, sempre treballant amb unes temàtiques transversals; i una segona part(10’) que serà un Informatiu de l’agenda cultural mediterrània de Barcelona i l’àrea metropolitana.








Regions 25’ (Joana)
A l’apartat de “Regions” es parlarà d’una regió concreta del mediterrani que tingui algun tret en comú o comparteixi alguna característica tan històrica, cultural, lingüística com administrativa o política. La regió de la que es parli pot ser un estat, diferents regions de diferents estats, o varis estats a la vegada.



28/02/11

EU-MeS - The euro Mediterranean region: Sustainability between people and politics

Project founded by Eu Lifelong Learning Programme 2007-13, ERASMUS CURRICULUM DEVELOPMENT 510379-LLP-1-2010-IT-ERASMUS-ECDCE


Since 1995, within the framework of the Barcelona Process, Europe has been promoting significant political
activity in the Mediterranean region with a view to creating an area of economic prosperity, stability and security. The centrality of north-south cooperation programmes within Europe and its associated partners from the MEDA region is evidenced by the establishment of specific communitarian actions and the enactment of strategic economic instruments that ensure greater efficiency in the decentralised management of resources.
These initiatives demonstrate the importance of supporting European efforts through the promotion of competent professionals, who are able to implement successfully the international aspects of strategic European programmes. The aim of the proposed project is to create a shared curriculum on “The euro Mediterranean region: Sustainability between people and politics EU-Mes” through the implementation of teaching modules that aim to promote specific skills and competences in the field of international relations. In addition to the establishment of a common path leading towards the implementation of an integrated teaching programme, the main outcome of the project will be the formation of qualified individuals in Euro Mediterranean relations, who will be competent in a number of applicable fields.
The programme includes relevant pedagogical strategies vis-a-vis the activation of different didactic modules.
These are characterised by specific and transversal topics, an e-learning common platform, and technical
language courses. Additionally, in order to enhance the language skills of the students, the official languages of
the courses will be English and French. Besides this, the involvement of partners from Third Countries will
provide us with a strategic opportunity to analyse Europe's policies of cooperation from an outside point of view and offer a new approach towards multicultural and integrated societies


General aims and objectives:


- To create a shared curriculum on “The euro-Mediterranean region: sustainability between people and politics” through the implementation of teaching modules
- To establish a common path leading towards the implementation of an integrated teaching programme (among partners) – leading to double/joint degrees
- To promote specific skills and compentences in the field of International Relations with specific reference to the Mediterranean region
- To create experts able to promote effective and sustainable development projects related to Euro-Med cooperation in social/cultural/economic field
- To produce learning outcomes anchored to the EQF indicators


Partner Universities:


- Università Ca'Foscari Venezia (leading partner)
- School of Oriental and African Stuies - London
- Paris VIII
- Universitat Autonoma de Barcelona
- Université Paul Valery de Montpellier


Educational Platform powered by: Entropica


EU-MeS Web Site

25/02/11

PPFM - Promotion politique des femmes au Maroc

Il progetto PPFM è stato presentato da Paralleli Istituto Euromediterraneo del Nord Ovest al finanziamento della Direzione Generale “Europe AID”, strumento di Cooperazione allo sviluppo DCI (Development Cooperation Instrument), Programma tematico “Investire nelle Persone” – Tema 3 Uguaglianza fra uomini e donne: “Rafforzare la capacità degli attori non statali a promuoverei diritti delle donne e l'uguaglianza di genere in Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Territori occupati di Palestina, Siria, Tunisia e Mauritania”.

Le projet présenté ici vise à combler le gap qui existe entre la théorie et la pratique en ce qui concerne la situation des conseillères  communales  Néo élues aux dernières élections administratives au Maroc et promouvoir la capacity bulding des  nouvelles élues à travers une action coordonnée entre le territoire marocain et le territoire italien.  
Les municipalités de Rabat et Turin ont signé dans l’année 2009 un accord de coopération; les deux municipalités seront les promoteurs de tables de travail mixte qui mèneront à l'échange d'expériences entre les administrateurs et qui impliqueront spécifiquement les conseillères  communales des deux villes. L'idée c’est de établir un échange utile sur des questions communes concernent : 
- l'égalité entre l’homme et la femme, 
- l'environnement, 
- le développement urbain 
- la culture. 
Ces activités seront accompagnées par l’ONG marocaine « Forum azzahrae de la femme marocaine » qui aura un rôle actif de mobilisation et de empowerment local en travaillant à faire connaître les réunions et les sujets traités, mais aussi elles seront  impliquant activement dans la création de tables de travail et les échange de expériences.
La deuxième phase du projet comprend la participation de certaines municipalités italiennes disposés à accueillir des conseillères néo- élue au Maroc. L'objectif seras de favoriser l’échange de bonnes pratiques administratif et la policy marking. 
La troisième phase comprend la réalisation de deux conférences publique au Maroc et en Italie pour présenter les principaux résultats du projet et diffusion du matériels, la rédaction d’un manuel de bonnes pratiques (Arabe, Français e italien).